Il Centro di Bioetica Lucano costituito venti anni or sono da professionisti sanitari e non e commissione consultiva della Conferenza Episcopale di Basilicata organizza per mercoledì 2 agosto p.v alle ore 11 presso il Parco del Seminario di via Marconi a Potenza una conferenza stampa per presentare la Dichiarazione sulla proposta di Legge che l’Associazione Luca Coscioni vuole portare alla Regione attraverso la presa in carico anche di Consigli comunali sia della provincia di Potenza sia della provincia di Matera.
Il gruppo che ha lavorato alla Dichiarazione con il Prof. Rocco Gentile, Direttore del Centro, ha condiviso di sottolineare che una legge in tal senso non potrebbe essere prodotta da una Regione innanzitutto per evitare di porre in essere discriminazioni e derive localistiche in un momento particolarmente delicato per la Sanità italiana e lucana, di riprogrammazione, di ristrutturazione e di aggiustamenti anche territoriali. La pretesa di portare ad una norma per iniziativa popolare di condivisione con Consigli comunali che presentano istanza alla Regione porta con sé un importante sentire democratico ma -si sottolinea- in questa materia si corre il rischio di rendere più fragile l’alleanza sanità-cittadini che si declina nei diversi e molteplici ambiti della cura. In altre parole si porta a demolire il presidio che dà garanzia.
La ricerca della ‘cura migliore’ è da promuovere ad ogni livello essendo un campo di professioni specifiche e specializzate che non può essere ‘vincolato’ dai soggetti in cura, agendo le stesse professioni secondo una scienza e una coscienza. Ogni paziente -si sottolinea nella Dichiarazione- è una storia biografica e non un oggetto su cui si fanno ricerche sperimentali e su questo bisogna insistere affinché non ci sia mai il sospetto di essere bloccati alla ‘cura a tutti i costi’. Questo però non può portare all’imposizione per legge di un atto (aiuto al suicidio) per operatori sanitari che lavorano in ospedali e sul territorio.
Ciò che sembra più urgente è favorire una migliore comunicazione e una facilitazione della stessa tra i curanti e curati e loro caregivers e ciò -afferma ancora il documento- potrebbe essere favorito dall’implementazione di servizi alla persona nell’ordina della Consulenza di etica clinica e nella costante formazione bioetica e di ‘humanities‘ (competenze umanistiche) per tutti coloro che si trovano nella situazione di prendere decisioni importanti o in quella di richieste di aiuto o supporto alla decisione. Diverse sono le esperienze in varie regioni italiane di Comitati di Etica clinica o Servizi di Etica nelle strutture di cura.
Si vuole ancor di più invitare la Regione Basilicata ad attenzione anche con osservatori specifici in tal senso l’attuazione e il funzionamento dei servizi di cure palliative che in regione, a partire dagli Hospice nati ma anche a partire dall’assistenza domiciliare, ben rispondono ai casi che più normalmente sono considerati quelli della terminali o della richiesta di morte anticipata. In realtà il buon funzionamento di questi servizi evidenzia come nulle tali richieste.