“Basta, basta sangue innocente, basta il rumore delle armi. Si elevi unanime dalla Comunità internazionale, se ancora ha una voce comune e autorevole, il rifiuto e la condanna unanime delle stragi innocenti che sono davanti a noi. Non smettiamo nelle nostre Chiese e nell’intimo dei cuori, di elevare al Padre di Gesù Cristo preghiere e suppliche per quanti governano le sorti della storia. Smettiamo di servire Dio e i padroni del mondo”. Questo l’appello lanciato ieri dall‘arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, mons. Davide Carbonaro, nell’omelia pronunciata durante la festa del Santissimo Crocifisso di Brienza.
Commentando le letture proposte dalle liturgia, il presule ha sottolineato che “non solo stiamo vendendo i poveri della terra al loro misero destino, ma ormai è chiaro un progetto di massacro e deportazione totale”. “Vogliamo elevare a Dio il grido di giustizia per il sangue degli innocenti e dei bambini che a Gaza, in Ucraina e in ogni parte del mondo, dove la guerra esercita la sua crudele signoria, viene versato copioso”, ha proseguito mons. Carbornaro, denunciando che “la terra è ormai in ogni suo angolo intrisa del sangue innocente che grida a Dio con la voce di Abele e risponde a noi con la domanda primordiale del Dio dei Padri: Dov’è tuo fratello?”.
Dall’arcivescovo, poi, un altro monito: “Basta con l’inganno che vede nel prossimo, il mio vicino di casa o di territorio, l’avversario, il nemico. Questo inganno antico e nuovo, è alla base della logica mondana del riarmo che sostenta le economie personali di pochi straricchi”. “La trasformazione delle industrie di sviluppo umano in fabbriche del disumano, è un processo – ha commentato – che va condannato e fermato, pena l’autodistruzione dell’umanità. Le guerre hanno il loro pane quotidiano nelle armi che vengono distribuite non per la sussistenza o la difesa dei popoli, ma per la loro devastazione”. “Anche nel nostro linguaggio da disarmare, certi atti di guerra o di terrorismo vengono definiti ‘danni collaterali’, come se – ha rilevato – non si sapesse che bombardando una città, gli ordigni non fanno differenza tra soldati armati, bambini e innocenti, case, scuole, ospedali, chiese. Occorre fermare questo processo di morte in mano a pochi senza scrupoli e senza rimorsi”. “Come vorrei che questi ‘amministratori’ della parabola del nostro tempo”, ha continuato commentando la pagina evangelica, “nei loro libri contabili scrivessero zero armi da destinare all’umanità, meno strategie di odio, più progetti di pace da scrivere prima nella contabilità del cuore e poi nell’intelligenza e nelle scelte. Più scuola per i bambini, più cultura e professionalità per i nostri giovani, più attenzione alla salute degli anziani e dei feriti dalla vita, più salvaguardia della creazione che soffre e geme”.
Mons. Carbonaro: “basta sangue innocente, basta il rumore delle armi. Si elevi unanime la condanna delle stragi innocenti”
